Un vasto complesso architettonico realizzato a metà del XVIII secolo dall’architetto C. Marchionni (1702-1786) su una distesa di campagna coltivata a vite, livellata seguendo i rifornimenti idrici, tramite pendii e terrazzamenti. Tra le più alte espressioni di quel gusto antiquario per cui Roma divenne la meta privilegiata del Grand Tour, il progetto nacque per accogliere la prestigiosa raccolta di antichità del cardinale Alessandro Albani (1692-1779) dal fecondo dialogo con G.B. Piranesi (1720-1778), con il grande incisore e cartografo G.B. Nolli (1701-1756) per la progettazione del giardino, con A.Strigini per il sistema di fontane e con ‘il padre’ della storia dell’arte, J.J.Winckelmann (1717-1768), bibliotecario e confidente del cardinale per l’allestimento della collezione. Una narrazione ispirata a temi antichi, studiata attraverso “percorsi emozionali” per educare il visitatore, il cui sguardo spazia dai Monti Sabini ai Colli Albani, seguendo i due assi prospettici principali secondo cui è suddiviso il parco: dal bosco di alberi ad alto fusto e antichi pini domestici, lungo otto viali di lecci che conducono all’ampio e geometricamente ordinato parterre. L’iscrizione a lettere in bronzo sulla facciata ne racconta la storia: «Alexander Albani vir eminentissimus instruxit et ornavit / Alexander Torlonia vir princeps in melius restituit» (L'eminentissimo Alessandro Albani costruì e adornò / il Principe Alessandro Torlonia restaurò ed abbellì).