Nella lunga serie di ritratti imperiali che concludeva il percorso espositivo del Museo Torlonia, si distingueva anche questo notevole ritratto solidale con il busto, identificato come Macrino. Probabilmente l’assenza di quest’ultimo imperatore nella lunga serie di ritratti imperiali ne rese necessario l’inserimento di questo ritratto di Settimio Severo nella veste di Macrino. Lo stato di conservazione è ottimo, l’imperatore è raffigurato con la toga contabulata, molto usata nel tardo impero. Volge lo sguardo a destra, i capelli ondulati si dispongono sulla fronte e lungo le tempie. I baffi corposi nascondono leggermente il labbro superiore, mentre la lunga barba scende sul petto separata in quattro grandi boccoli. Il trattamento plastico dell’opera è di alta qualità, si denota un sapiente uso del trapano che movimenta barba e capelli per un notevole effetto chiaroscurale.
Inventario: MT 572
Materiale: Marmo bianco
Tecnica: opera scolpita attraverso l’uso di: subbie, scalpelli, gradine, raspe
Datazione: età imperiale
Provenienza: Dalla villa di Livia a Veio; o dallo Studio Cavaceppi
Nella lunga serie di ritratti imperiali che concludeva il percorso espositivo del Museo Torlonia, si distingueva anche questo notevole ritratto solidale con il busto, identificato come Macrino. Probabilmente l’assenza di quest’ultimo imperatore nella lunga serie di ritratti imperiali ne rese necessario l’inserimento di questo ritratto di Settimio Severo nella veste di Macrino. Lo stato di conservazione è ottimo, l’imperatore è raffigurato con la toga contabulata, molto usata nel tardo impero. Volge lo sguardo a destra, i capelli ondulati si dispongono sulla fronte e lungo le tempie. I baffi corposi nascondono leggermente il labbro superiore, mentre la lunga barba scende sul petto separata in quattro grandi boccoli. Il trattamento plastico dell’opera è di alta qualità, si denota un sapiente uso del trapano che movimenta barba e capelli per un notevole effetto chiaroscurale.
Inventario: MT 572
Materiale: Marmo bianco
Tecnica: opera scolpita attraverso l’uso di: subbie, scalpelli, gradine, raspe
Datazione: età imperiale
Provenienza: Dalla villa di Livia a Veio; o dallo Studio Cavaceppi